Al giorno d’oggi non è sufficiente costruire, ma è necessario farlo in modo ecosostenibile, utilizzando criteri che consentano ad ogni elemento d’arredo di integrarsi armoniosamente con l’ambiente circostante: parliamo in questo caso di bioedilizia, tra le più diffuse tendenze nel settore delle costruzioni e della green economy negli ultimi anni. Non si tratta di una moda passeggera, ma di un vero e proprio imperativo al quale non ci si può sottrarre: calcolare l’impatto ambientale delle costruzioni significa fare in modo che le risorse naturali e i materiali non vadano incontro a un’eccessiva usura, e che quindi in futuro si possa continuare a costruire abitazioni comode e funzionali allo stesso modo di oggi, con un impatto il più possibile ridotto su ciò che ci circonda.
Ma non si tratta soltanto di proteggere l’ambiente: la bioedilizia è infatti ormai un modo sicuro per ridurre i costi di costruzione, soprattutto quando la scelta dei materiali ricade su materie locali. In molti casi e in sempre più paesi, costruire con la bioedilizia significa avere accesso a finanziamenti e defiscalizzazioni speciali: è interesse di tutti, infatti, e in particolar modo dello Stato, che non si costruisca più in maniera indiscriminata, senza riguardo per l’inquinamento acustico e climatico, per la sismicità di un territorio, per la presenza di materiali altamente nocivi per la salute delle persone quali l’amianto, il radon, la formaldeide e così via. Al contrario, è necessario un cambiamento di mentalità ad ampio spettro per creare città “intelligenti”, belle da vivere e soprattutto salutari.
Ma quali sono le caratteristiche di una casa costruita secondo i criteri della bioedilizia? Prima di tutto l’impiego di specifici materiali, tra cui il sughero, la paglia, le fibre di legno e cocco, la lana, il vetro cellulare, sia per la costruzione che per le coibentazioni e le strategie dell’isolamento: è fondamentale infatti ridurre il più possibile le dispersioni di calore, che sono tra le prime responsabili dell’aumento delle emissioni nocive e ci spingono a ricorrere al riscaldamento e al raffrescamento artificiale anche quando non sarebbe necessario. Attenzione anche alla produzione di acqua calda, da effettuarsi con collettori solari, e al consumo stesso dell’acqua, per mezzo di riduttori di flusso e sistemi di raccolta e reimpiego dell’acqua piovana. Sì anche ai pannelli fotovoltaici per la produzione di energia e massima cura anche nello smaltimento delle sostanze di rifiuto secondo i criteri della raccolta differenziata.
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