Uno dei materiali edili più nocivi e pericolosi per la salute dell’uomo è senza ombra di dubbio l’amianto, conosciuto anche col nome di eternit, il quale fino a qualche decennio fa veniva impiegato per isolare le coperture di case e aziende, per la costruzione di pannelli isolanti per pavimenti e pareti o per creare vasche di raccolta per l’acqua piovana.
L’amianto di per sé può sembrare innocuo, ma col passare degli anni, specie se esposto continuamente agli agenti atmosferici, può sbriciolarsi e disperdere nell’aria le sue fibre. Tali molecole, una volta respirate, possono causare varie patologie di natura cancerosa.
Per questa ragione, se siete i possesso di coperture o rivestimenti in eternit nelle vostre case o nelle vostre aziende, è bene provvedere al suo smaltimento corretto, in modo tale da non incorrere in sanzioni, e soprattutto per non rischiare di ammalarsi in maniera grave.La ditta a sua volta consegnerà il proprio piano di lavoro all'ATS, ossia la vecchia ASL, la quale ha 30 giorni di tempo per dare il proprio assenso o meno circa i metodi e le tempistiche previste dall’azienda stessa. Una volta trascorso tale lasso di tempo, la ditta procederà all’inizio dei lavori in virtù del silenzio/assenso.
Una volta svolto l’iter burocratico, la ditta provvederà in primis alla messa in sicurezza della copertura, e a tal proposito spesso sono utilizzate schiume inerti per evitare durante la rimozione lo spargimento di fibre di eternit.
Il personale, dotato di tuta, maschera e guanti di protezione, staccherà scrupolosamente ogni singola lastra, avvolgendola in un sacco di materiale plastico, sempre allo scopo di preservarne l’integrità. Una volta completata la rimozione, la ditta vi rilascerà l’apposito certificato che attesta lo svolgimento dei lavori secondo le norme.Infine le ditte specializzate porteranno le vostre lastre in eternit presso una discarica autorizzata al suo stoccaggio e definitivo smaltimento, secondo procedure diverse a seconda dell’impianto stesso.
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